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E’ quindi il lacchè del ricchissimo nobile saudita l’occulto finanziatore di Al Quaeda? Un’oscura scena, in chiusura d’episodio, sembra volerci dire qualcosa in proposito: si vede una giovane e spensierata coppia mista – lui è d’origine araba – acquistare in contanti una casa nei pressi di un aeroporto. Carrie è sconvolta per la morte dell’informatrice, si sente in colpa per averle fatto credere che ci fosse una scorta a guardarle le spalle; si confida con Saul, che lentamente comincia a vincere la cortina di diffidenza e freddezza calata, dopo il “tradimento” di Carrie, tra sé e l’agente interpretata da Claire Danes.
Passiamo a casa Brody. Nicholas è in procinto di essere intervistato assieme alla famiglia per dare al pubblico il tanto desiderato quadretto dell’eroe con i suoi cari. Tra Brody e la figlia Dana comincia a svilupparsi una certa complicità; il padre sembra toccare le giuste corde della figlia, che invece è in costante conflitto con la madre. Per di più, Dana rivela a quest’ultima di essere perfettamente al corrente della relazione tra lei e Mike, il marine amico del redivivo padre; Jessica prega la figlia, per il bene di tutti, di tenere per sé la cosa. Tra il sergente e la signora Brody il riavvicinamento procede non senza problemi; ci sono le difficoltà sessuali, lo spettro di Mike, i comportamenti strani di lui, che lo spettatore, detentore di un sapere privilegiato, riesce a interpretare grazie ad alcuni flashback: si tratta di atteggiamenti – il dormire per terra, il continuo lavaggio delle mani – legati alle esperienze della prigionia e all’avvicinamento al mondo islamico...(CONTINUA)