Immaginate di leggere le e-mail o di ricevere immagini direttamente «negli» occhi, come se aveste uno schermo televisivo o di computer appiccicato alla cornea. Mani libere, streaming di dati in tempo reale. Fantascienza ma neppure troppo, visto che il primo prototipo di lente a contatto capace di ricevere dati è stata già messa a punto da un team di ricercatori statunitensi e finlandesi. La descrizione degli esperimenti, che per ora hanno coinvolto solo ignari coniglietti, è apparsa sul Journal of Micromechanics and Microengineering. Si tratta di una lente a contatto computerizzata, che al momento contiene un solo pixel di informazioni: un pò poco, ma abbastanza per far dire a Babak Praviz, autore dello studio, che ci sono i presupposti per andare avanti e mettere a punto una lente in grado di visualizzare proprio di fronte all'occhio piccole email o messaggi di testo. Basterà aggiungere qualche centinaio di pixel, e con le capacità tecnologiche di miniaturizzazione odierne non pare così impossibile. Sulla lente si trovano un'antenna che riceve i segnali e l'energia dall'esterno e un circuito integrato per immagazzinare l'energia stessa e trasferirla a un chip di zaffiro contenente un led. Un apparecchio effettivamente complesso che però è risultato in grado di trasmettere segnali sia quando è stato provato nello spazio libero, sia quando è stato messo sugli occhi di conigli da esperimento con l'intento di valutarne la tollerabilità e sicurezza. I test hanno mostrato che la lente non danneggia la cornea in alcun modo, ma ci sono ancora molti elementi da migliorare prima di avere una lente ad alta risoluzione, perfettamente funzionante, controllabile e ricaricabile da lontano. «Innanzitutto, quando l'abbiamo provata nello spazio potevamo fornirle energia e segnale da un metro di distanza. Una volta applicata all'occhio del coniglio la distanza efficace si è ridotta ad appena due centimetri – spiega Praviz –. Dobbiamo migliorare l'antenna e ottimizzare le frequenze usate per la trasmissione dei dati e la “ricarica” elettrica della lente. Adesso vogliamo provare a incorporare un testo predefinito nei prototipi di lente, per capire se è possibile leggerlo». La questione non è irrilevante: l'occhio umano ha una distanza di messa a fuoco minima di pochi centimetri, non ha la capacità di vedere davvero bene qualcosa che sia posto su una lente a contatto, per cui nella migliore delle ipotesi il testo da far “scorrere” sulla lente verrebbe visto sfocato e indistinto. I ricercatori hanno già incorporato nella lente prototipo un set di lenti di Fresnel, più sottili e piatte di quelle convenzionali, per risolvere il problema e consentire la messa a fuoco dell'immagine che si proietta sulla retina, ma il coniglio ovviamente non può riferire se ci vede qualcosa. Staremo a vedere i prossimi tentativi: se andranno a buon fine, in futuro potremmo vedere proiettate in “sovraimpressione” sulle immagini reali informazioni computerizzate e avere ad esempio un “navigatore” incorporato o videogames speciali.
di elena meli.
Nessun commento:
Posta un commento