Viene dall’Inghilterra e precisamente dal Genesis Breast Cancer Prevention Centre dell’ospedale universitario di South Manchester, la notizia che farà letteralmente gola a molti e cioè che, per un dimagrimento naturale è sufficiente eliminare per soli due giorni a settimana i carboidrati dalla dieta, mantenendo inalterate le abitudini alimentari durante gli altri 5 giorni a settimana. La conclusione alla quale sono pervenuti la Dott.ssa Michelle Harvie e i suoi colleghi in seguito ad una ricerca effettuata su 115 donne a rischio di tumore al seno è stata presentata in un relazione dettagliata al recente Breast Cancer Symposium a San Antonio, (USA). La ricerca è nata infatti dalla necessità di trovare una dieta facile da seguire senza però costituire un’ ulteriore forma di stress per le donne ad alto rischio di cancro al seno in quanto l’obesità, e i cambiamenti che questa provoca nell’organismo, aumentano le probabilità che si presenti la malattia. I ricercatori del Genesis Breast Cancer Prevention Centre hanno effettuato la ricerca su un campione di 115 donne divise in 3 gruppi, e sottoposte per un periodo di 3 mesi a regimi alimentari diversi. Alle donne del primo gruppo è stato prescritto un regime rigoroso per 2 giorni a settimana: 650 kcalorie quotidiane, mangiando frutta e verdura ed evitando tutti i carboidrati come pasta, pane e patate, nonché ogni tipo di cibo grasso. Negli altri 5 giorni, invece, pur incoraggiate a mangiare alimenti sani, potevano consumare ciò che volevano senza particolari restrizioni caloriche. Anche le donne del secondo gruppo dovevano bandire dalla dieta i carboidrati solo per 2 giorni a settimana, ma a differenza delle “colleghe” del primo gruppo non dovevano sottostare ad una restrizione calorica neppure durante le 48 ore di astinenza. Infine, le donne del gruppo 3 seguivano un regime dietetico classico (1.500 kcal al giorno per tutta la settimana), senza poter assumere né alcol né cibi grassi.
Al termine dei 3 mesi previsti, le donne del primo e del secondo gruppo, alla prova della bilancia, avevano perso in media 4 chili contro i 2,4 kg del terzo gruppo. Le donne che avevano seguito la dieta ad intermittenza avevano inoltre migliorato i livelli di ormoni quali l’insulina e la leptina, strettamente legati al rischio di cancro al seno. Il risultato sembra dunque condannare i carboidrati ma anche questa informazione va utilizzata con cautela; come sempre infatti, l’importante è non eccedere nel consumo. I carboidrati, danno “fastidio”, solo se hanno un indice glicemico alto e se ingeriti in dosi spropositate, ma la loro assunzione è indispensabile in quanto elementi nutrizionali importanti per l’organismo. Illustrando i dati al summit Usa, la Harvie ha infine concluso che il successo della dieta ad intermittenza è anche dovuto al “sovra-effetto” in termini di dimagrimento dovuto al fatto di seguire una dieta rigida per 2 giorni a settimana in quanto i benefici delle 48 ore sotto stretto controllo calorico pare si riflettano anche sui 5 giorni di dieta libera. Durante il resto della settimana, infatti, le donne dei primi due gruppi finivano per mangiare in modo più sano nonostante l’assenza di restrizioni. “Quello che abbiamo osservato, ha commentato la ricercatrice, è che, così facendo, il dimagrimento è più naturale e meno stressante”. A favorire inoltre il processo di dimagrimento la componente legata al fattore di soddisfazione personale dovuta al fatto di seguire un regime alimentare con restrizioni soltanto per due giorni a settimana.
marcella bellanca