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giovedì 2 agosto 2012

Il tanga compie trent'anni: celebriamo il mini-costume sempre di moda



Sono ben trent’anni che questo piccolo indumento copre, o meglio “scopre”, il lato b di donne famose e ragazze comuni eppure, nonostante le mode diffuse negli ultimi anni, il tanga continua a impazzare sulle spiagge di tutto il mondo facendo girare la testa ai maschietti più sensibili al fascino della pelle nuda femminile. E dire che di tempo ne è passato da quando Frederick Mellinger, lo stesso inventore del reggiseno push-up, decise di commercializzare il primo micro slip attraverso il suo noto marchio di lingerie “Frederick’s of Hollywood”.


Se Frederick Mellinger è passato alla storia per aver battezzato il tanga, bisogna ricordare anche l'allora giovane Rose di Primo. Infatti, sarebbe stata proprio questa brasiliana peraltro di origini italiane a realizzare già nel 1972 la prima vera e propria sensualissima mutandina, complice la necessità di non voler passare inosservata a un party organizzato sulla meravigliosa spiaggia di Ipanema situata nella capitale carioca Rio de Janeiro, tanto da spingerla a ridurre ai minimi termini con abili colpi di forbici il suo normalissimo costume da bagno.



Da quel momento il tanga si è diffuso a macchia d’olio, monopolizzando le scelte delle più audaci che amano prendere la tintarella riducendo al minimo i segni del costume, da molte donne considerati degli imperdonabili inestetismi da evitare come la peste. Associato poi ai tantissimi modelli di reggiseno presenti sul mercato, dal sensuale triangolo alla fascia sportiva, forma quello che è il costume da bagno preferito per le giornate in spiaggia, ovvero il bikini. Il bikini moderno è stato inventato dal sarto francese Louis Réard a Parigi nel 1946 (introdotto ufficialmente il 5 luglio). Il nome richiama l'atollo di Bikini nelle Isole Marshall, nel quale negli stessi anni gli Usa effettuavano test nucleari: Reard riteneva che l'introduzione del nuovo tipo di costume avrebbe avuto effetti esplosivi e dirompenti...(non aveva tutti i torti).


Il nome tanga deriva da quello di un ornamento tipico della cultura detta di Marajó (Brasile settentrionale) che viene ancora utilizzato da alcuni gruppi abitanti alla foce del Rio delle Amazzoni. Il tanga è costituito, nella parte anteriore, da una placchetta di ceramica a forma triangolare tenuta sospesa da una cordicella passante per due fori praticati lungo la base; il fianco dell'indumento, pertanto, è costituito unicamente da detta cordicella. Viene spesso confuso con il perizoma, altro tipo di mutandina che puo’ essere sgambata o meno (e in questo differisce dal tanga, che lo e’ sempre), ma nella sua parte posteriore e’ tanto stretta da consistere in una sottilissima striscia di tessuto.